LA STRAGE DI SERRAMAGGIO

Un sanguinoso fatto si verifica in un isolato casolare dell’entroterra umbro-marchigiano. Padre, madre e figlia vengono ritrovati uccisi a colpi di scure. 

Lo spettacolo è il racconto di un’indagine a cui si affianca il racconto popolare, che cambia versione continuamente, mitizza e spesso inventa per tentare di allontanare i sospetti da sé e per proteggere i propri famigliari. Una storia raccontata a quadri, in cui gli attori impersoneranno alcuni tra i personaggi principali coinvolti nella vicenda. 
Una storia che ha segnato profondamente il nostro territorio e che ancora oggi ci solleva dubbi e domande nonostante le condanne ai presunti colpevoli. 
Lo spettacolo, nel quale si alterneranno commenti tecnici, cenni storici e ricostruzioni recitate, vuole dare nuova luce ai fatti e ai personaggi sui quali tutto e nulla e stato detto. 
Il testo “il galletto e Serramaggio” di Marco Milli sarà la base per la costruzione dei protagonisti. 
 

SINOSSI E PERSONAGGI

Adele Rossi: figlia superstite della famiglia massacrata, aiuta le indagini raccontando i rapporti della famiglia con i braccianti che lavoravano per il padre, quello con i debitori e con i pretendenti delle proprie sorelle. Grazie alla sua deposizione si collocherà temporalmente l’eccidio, avvenuto dopo la fiera di Cantiano del 5 novembre 1936. Inoltre parlerà di una compravendita di bestiame che potrebbe spostare i dubbi sul movente della rapina.
 
Isidoro David Savini detto “Il Galletto”: dal momento in cui viene fatto il suo nome rimarrà l’unico indiziato e l’unico condannato per la strage. Originario di Pietralunga, è considerato da tutti un personaggio losco e capace di ogni nefandezza, contrabbandiere di tabacco e molestatore. 
Lo sentiremo parlare dapprima nel dialogo col tenente Palermo, in cui verrà interrogato per la prima volta nella caserma di Cantiano e poi da solo in un monologo che mostrerà tutte le contraddizioni, le paure e l’insofferenza di una persona fragile e con una mente instabile. 
 
Luigi Cancellieri: altro sospettato, secondo gli inquirenti complice del galletto nella strage. 
Senza alibi, finisce in carcere per la testimonianza di due bambini, che lo vedono passare sopra il passo di Serramaggio nel presunto giorno dell’eccidio. Su di lui non sapremo mai se per pentimento o insofferenza per la reclusione, sappiamo solo che sarà trovato impiccato ad un piolo di legno nella propria cella. Lascerà un messaggio perlopiù indecifrabile scritto a Matita sul muro, ma la matita non sarà mai ritrovata.
 
Donna di Cantiano: colei che dalle finestre delle case farà girare i pettegolezzi nel paese, che come nel gioco del telefono si modificheranno passando da un orecchio all’altro. 
 
Tenente Palermo: uno degli inquirenti che si occuperanno della prima fase di istruttoria e che tra il novembre del 1936 e i tre anni successivi ascolteranno la maggior parte delle persone che ruotano attorno alla vicenda della sfortunata famiglia Rossi.